Joshi Sakè: Devil Masami, il diavolo del ring

Konnichiwa cari lettori del sito, ben ritrovati per il nostro consueto appuntamento con la rubrica Joshi Sakè. Sono la vostra Komorebi ed oggi voglio parlarvi di una wrestler leggendaria che, a fronte di un carriera trentennale, possiamo definire come un vero e proprio collegamento tra quello che rappresenta il passato ed il presente della scena Joshi. Oggi voglio parlarvi di una delle migliori lottatrici degli anni d’oro del Joshi Puroresu: Devil Masami

Wrestler per necessità

Masami Yoshida nasce il 7 gennaio del 1962 in Giappone, precisamente a Kitakyushu, la seconda città più popolosa della Prefettura di Fukuoka. Masami sin da quando è ragazzina sviluppa una forte passione per la musica e presso il liceo che frequenta, oltre a suonare nella banda scolastica, si esibisce nell’arte del canto, disciplina dove pare avere anche un discreto talento. Purtroppo però le cattive condizioni economiche nelle quali versa la sua famiglia la costringono ad interrompere bruscamente la scuola a soli 16 anni, costringendola altresì ad abbandonare le lezioni di canto, dopo che la sua famiglia decide di lasciare Kitakyushu per cercare maggiore fortuna altrove. 

Costretta a cercarsi un lavoro per aiutare economicamente la sua famiglia, coglie al volo un’opportunità che prende il nome di All Japan Women’s Pro – Wrestling, presentandosi ai primi allenamenti al dojo. Certo fare la wrestler non è mai stato il suo sogno, ma il suo carattere risoluto le permette di non gettare la spugna alle prime difficoltà, soprattutto una volta fatti i conti con la durezza degli allenamenti ai quali il dojo della AJW sottopone alle nuove leve e che spinge molte di loro ad abbandonare quella strada. 

Una volta terminati gli allenamenti di primaria formazione, Masami viene affidata alle cure di Yumi Ikeshita, la quale forma insieme a Shinobu Aso il Tag Team heel delle Black Pair, nate per contrastare le popolarissime Beauty Pair (Maki Ueda e Jackie Sato), il team di baby –face che alla fine degli anni ‘70 riempiva le arene di tutto il Giappone. 

Così Masami, con il ring name di Temjin Masami, entra a far parte della sottofazione delle Black Pair che prende il nome di Black Gundan, formata dalla stessa Ikeshita e che raggruppa varie rookie al suo interno. Entrare a far parte della fazione rivale delle wrestler più popolari del momento è di sicuro una grande occasione per la giovane Masami che è solo uno dei diamanti grezzi che formano la unit. Infatti, insieme  a lei compaiono anche le giovani Mimi Hagiwara e Rimi Yokota (che viene ricordata maggiormente col ring name di Jaguar Yokota), insomma tre di quelle che diventeranno alcune tra le stelle sulle quali nascerà il mito del catch degli anni ’80 capace di incantare milioni di fan giapponesi e non solo. 

Nonostante il wrestling non sia mai stato tra le sue ambizioni, Masami si dimostra incredibilmente portata per la disciplina. Infatti, oltre ad apprendere velocemente e a migliorare nel giro di poche settimane, la giovane lottatrice presenta anche un’importante struttura fisica (1,70 cm di altezza per 68 kg di peso), che unita ad un’incredibile agilità fa di lei un’autentica wrestling machine. 

Questo mix di fisico ed agilità le permette non solo di essere presentata come dominante contro le più minute connazionali, ma anche di contrastare le più grosse avversarie americane che presentano spesso e volentieri una fisicità importante ed una corporatura generalmente più robusta delle atlete di casa. 

La nascita di Deviru

Deviru

Dopo ben tre anni a fare da sgherro alla Ikeshita, arriva per la AJW il momento di lanciare definitivamente Masami. La tempistica è perfetta perché alcuni grandi nomi tra i quali la stessa Ikeshita, la Sato e la Ueda hanno abbandonato la federazione per rispettare la ferrea regola del ritiro al compimento dei 26 anni. In particolare con il ritiro della Ikeshita la AJW deve sostituire la sua heel di punta e decide di puntare tutto sulla giovane Masami. Mai scelta fu più azzeccata. 

Le viene assegnato il nuovo ring name di Devil Masami (che al tavolo di commento sarà spesso orientalizzato in Deviru, una sorta di appropriamento nipponico della parola inglese devil) e forma la sua propria stable che prende il nome di Devil Gundan all’interno della quale vi sono altre giovani wrestler talentose del calibro di Hiroe Ito, Masked Yu, Mami Kumano e Kaoru Matsumoto (che nel giro di qualche anno sarà meglio nota al pubblico come Dump Matsumoto), oltre anche ad alcune gaijin che si aggregano alla fazione quando vengono ospitate dalla federazione per alcuni show. 

La stable riscuote subito un enorme successo. Devil Masami si cala perfettamente nel ruolo della leader cattiva, mostrando tutta la sua brutalità in ogni match che vince spesso con l’inganno anche grazie all’aiuto delle sue scagnozze. Però quello che colpisce più di tutto è la mimica facciale, il suo acting e le sue espressioni che trasmettono nella mente dello spettatore quanto Masami sia indemoniata mentre infigge dolore alle avversarie. Tale attitudine le farà anche guadagnare il nomignolo di devil sama.

La nuova generazione ha ormai sostituito le vecchie stelle e a contrapporsi alla nuova heel di punta ci sono quelle che un tempo erano le sue alleate: Mimi Hagiwara e Jaguar Yokota. La prima rappresenta la baby-face perfetta da contrapporre a Devil Masami, perché presenta una fisicità minuta ed un aspetto grazioso, elementi ottimali per farla diventare la beniamina del pubblico. La seconda invece è un’avversaria più dinamica che si discosta dalla tipologia classica del Joshi Puroresu, presentando uno stile più rapido e variegato per via delle contaminazioni della sua esperienza nella Lucha Libre.

Tuttavia, l’estrema popolarità di Devil Masami crea un effetto inaspettato e paradossale, in quanto Masami si cala così perfettamente nel suo ruolo che il pubblico inizia ad apprezzarla. Oggi questo tipo di fenomeno non sembra essere nulla di così strano, anzi si tratta di un qualcosa che è avvenuto spesso nella storia della disciplina. Si pensi ai vari Triple H, Randy Orton o anche all’attuale Roman Reigns che, nonostante vestano i panni dei cattivi, sono acclamati dalla folla spesso anche al pari di un baby-face. Questo fenomeno spinge la AJW ad abbandonare la classica contrapposizione baby-face contro heel, proponendo anche avversarie heel da contrapporre a Devil. Ecco quindi che prende vita una delle rivalità più importanti della carriera di Devil Masami, ovvero il suo feud con la wrestler canadese Monster Ripper. Il tema su cui si basa la rivalità è semplice: la AJW è troppo piccola per contenere due personalità così dominanti e Devil non può permettere che si venga a calpestare il giardino di casa sua senza pagarne amare conseguenze. La loro sanguinosa rivalità si protrae per buona parte del 1983, quando le due lottatrici si affrontano in diversi match a stipulazione speciale tra cui il violentissimo Chain Match (il primo nella storia della federazione) che vede le due atlete legate l’una all’altra da una catena durante l’incontro. Ad avere la meglio è Deviru che riesce a vestire (anche se solo per quell’occasione) i panni della buona, dimostrandosi capace anche in quel ruolo grazie alle sue incredibili doti nel coinvolgere il pubblico che del resto preferiva comunque l’atleta di casa alla gaijin. 

L’ascesa del diavolo

I primi anni ottanta sono serviti ad affermare Devil come una delle stelle della federazione. Infatti, nel corso degli anni la lottatrice ha già raccolto quasi tutte le cinture della federazione: la All Pacific (secondo titolo per importanza in AJW), le cinture di coppia in tag con Kazuki e la AJW Belt (cintura di importanza minore della federazione). Tuttavia, le manca il titolo più importante, il WWWA Championship, nota anche come la leggendaria red belt

Intanto all’inizio degli anni ’80, stava iniziando a spopolare il fenomeno delle Cash Gals che vedrà il suo massimo splendore nel 1985. Il tag formato da Chigusa Nagayo e Lioness Asuka (di cui abbiamo già parlato in alcuni articoli precedenti), rappresenta una sorta di versione 2.0 delle Beauty Pair. Infatti, anche Chigusa e Lioness Asuka sono note non solo per le proprie doti da wrestler, ma anche per essere affermate cantanti. Le loro esibizioni canore durante gli show della AJW permetteranno anche a Devil Masami di riabbracciare la sua passione per il canto, permettendole di esibirsi in alcune performance canore dalle quali nascerà poi una rivalità di spessore tra la stessa Devil e Chigusa Nagayo che culminerà nel match del 22 agosto del 1985. 

Il match è valido per la All Pacific (white belt) e vede una giovane Chigusa Nagayo disposta a tutto pur di strappare la white belt dalla vita del diavolo. Il match si protrae per oltre 30 minuti e vive di diversi cambi di registro, dopo una prima fase totalmente dominata dalla più esperta Masami, per poi passare ad una fase che, almeno per alcuni momenti, sembra portare in vantaggio Chigusa che imposta il match sul boxing. Tuttavia, Devil Masami non è certo famosa per essere una solita a tirarsi indietro e dimostra di saper tener testa anche alla fase di pugni e montanti di Chigusa. Inoltre, anche nella narrazione del match c’è un momento del tutto nuovo ed inaspettato: Devil decide di rinunciare all’utilizzo della sua fedele mazza da kendo per avere un vantaggio sulla giovane avversaria. Questo è un risvolto sicuramente interessante, perché ci offre due spunti di riflessione: da una parte, ci fa notare il carattere competitivo di Masami e la sua voglia di dimostrare di essere la più forte, anche senza l’utilizzo di mezzucci per raggiungere il risultato; dall’altra, è anche un attestato di stima seppur velato verso un’avversaria che si è dimostrata tanto determinata da aver ottenuto il rispetto del diavolo. Alla fine il match si conclude per doppio K.O., quando le due ormai stremate non riescono ad alzarsi dall’esterno del ring e rientrarvi per interrompere il conto di dieci. Il diavolo è stato respinto, ma non ancora domato. In ogni caso, questo match entra di diritto tra i migliori match mai disputati da entrambe le lottatrici e non posso che consigliarvi di recuperarlo. 

La regina del tatami

Dopo aver sconfitto Chigusa, sembra essere finalmente arrivato il momento per Masami di mettere le mani sull’alloro più importante della federazione: la red belt. Sulla strada che la conduce alla cintura c’è però un volto noto, quantomeno per lei. Infatti, la sua prossima avversaria è Kaoru Matsumoto, ormai ribattezzata Dump Mastumoto. La sua ex discepola si è ormai distaccata dalle Devil Gundan per volontà della stessa Devil Masami, in quanto la sua personalità dirompente ha iniziato a manifestarsi in tutta la sua brutalità, portandola ad essere non più la classica enforcer del Diavolo, bensì un elemento che Masami inizia a vedere come rivale della sua leadership. Dump ha estremizzato all’ennesima potenza i comportamenti di Devil Masami, concentrandosi molto di più sulle scorrettezze (spesso anche brutali e perpetrate con l’uso di armi), piuttosto che sulle fasi di lotta che Devil ha invece sempre lasciato in primo piano all’interno dei propri incontri. Tuttavia, l’allontanamento di Dump costerà a Masami la perdita delle altre alleate che decidono di seguire la nuova leader Dump che formerà la sua propria fazione denominata Gokuaku Doumei, le cui componenti diventeranno note per le acconciature stravaganti in pieno stile punk. La scissione era in realtà cominciata già nel 1984, anno durante il quale le Dump e Devil si erano fatte vari torti a vicenda. 

Un anno dopo però arriva l’occasione per mettere la parola fine alla loro rivalità quando Jaguar Yokota rende vacante la red belt per dedicarsi alla formazione delle nuove atlete, dopo aver compiuto il ventiseiesimo anno di età. Per Devil è un’occasione d’oro in quanto già detiene la white belt e coronarsi double champion contro colei che le ha fatto le scarpe sarebbe la vittoria più dolce che potesse mai immaginare. 

L’incontro si svolge il 12 dicembre del 1985 a Tokyo e attira migliaia di spettatori sia dal vivo che in tv. Il match parte subito in salita per Masami, perché si trova contro quella che potremmo definire una sua versione, ma ancora più spietata e violenta. Insomma un incontro speculare che vede Masami ritrovarsi riflesse addosso tutte le tecniche che l’avevano resa nota: scorrettezze, continui disturbi delle proprie discepole a bordo ring, catene, mazze da kendo e chi più ne ha più ne metta. Inoltre, Devil va in difficoltà anche quando si trova a subire le manovre tipiche del suo repertorio come il vertical suplex, il backdrop ed il piledriver. A quel punto Masami capisce che deve abbandonare le vesti del diavolo e rivestire i panni che aveva indossato per un breve lasso di tempo nel match contro Chigusa di qualche mese prima. Ecco quindi che si arma di coraggio e determinazione, portando il pubblico totalmente dalla sua parte, tanto che le viene dedicato per la prima volta nella sua carriera anche il coro “Devilu! Devilu!”. L’arena è tutta con lei e le dà la spinta necessaria per un ultimo splash dal paletto che le permette di beffare Dump e le sue scagnozze. Masami ce l’ha fatta. Citando il nostro connazionale Tony Fusaro è diventata “la regina del tatami”.

Una passione ritrovata

Dopo quasi un anno da campionessa, Devil Masami perde il titolo il 23 agosto del 1986 contro Yukari Omori. All’inizio del 1987, proprio quando a breve sarebbe scoccata la fatidica ora che avrebbe portato Masami all’abbandono forzato della AJW per via del compimento del ventiseiesimo anno di età, qualcosa accelera il processo. Secondo alcune indiscrezioni mai confermate davvero, Masami si sarebbe lasciata male con la compagnia a causa di alcuni alterchi dietro le quinte che sarebbero addirittura sfociati in una colluttazione con un arbitro. 

In ogni caso, di certo c’è che Masami decide di lasciare la federazione quando non ha ancora compiuto ventisei anni. Come abbiamo visto, per lei il wrestling non è mai stata una scelta di vita, quanto più un’opportunità lavorativa e questo spinge a pensare che l’addio alla AJW sia da interpretare come un addio definitivo al wrestling. 

Tuttavia, dopo essersi liberata di alcuni impegni in ambito musicale, Masami viene contattata dalla sua vecchia amica Ronda Singh, meglio nota in Giappone come Monster Ripper, wrestler canadese che aveva affrontato diverse volte in AJW. Tornata dalla sua esperienza in Giappone, Ronda era riuscita a procurarsi un ingaggio semi fisso con la compagnia canadese Stampede Wrestling della famiglia Hart. Durante le date che Devil svolge per la compagnia, ha modo non solo di conoscere i nuovi talenti che si stavano affacciando al panorama del wrestling nordamericano quali Brian Pillman e il gioiellino di casa Owen Hart, ma anche di ricevere i nuovi stimoli necessari per far riaccendere in lei la passione per la disciplina che non era mai davvero svanita. Spinta dalla rinata passione, una volta tornata in patria, Masami ritrova la vecchia collega della AJW Jackie Sato e si accasa nella neonata federazione di Joshi (fondata dalla stessa Sato) che prende il nome di Japan Women’s Pro – Wrestling, dalla cui scissione interna tra puriste della disciplina (capeggiate da Shinobu Kandori che esasperano la definizione di wrestling a mero sport) e le conservatrici bollate come semplici “attrici datesi al wrestling”(di cui fa parte la stessa Masami), nascerà la splinter promotion denominata JPW. La nuovissima compagnia, nata nel 1992, vuole provare ad imporsi come concorrente del colosso AJW. Tuttavia, dispone di un roster ridotto e per lo più formato da giovani lottatrici semi sconosciute che di certo non attirano l’interesse di un gran numero di fan. Ecco perché un nome imponente come quello di Devil Masami può cambiare le sorti della federazione che a pochi anni dalla fondazione già naviga in brutte acque. Masami viene quindi ingaggiata col doppio ruolo di wrestler di punta e allenatrice, mossa che porta sin da subito notevoli risultati per lo slancio della compagnia. In più, iniziano ad addolcirsi di nuovo anche i rapporti tra la stessa Masami e la AJW che proprio in quel periodo stava dando il via a diverse collaborazioni con altre federazioni minori per proporre match inediti e di qualità, volontà da leggersi anche come un modo intelligente per poter riavere una stella come Devil Masami nei propri eventi. 

Tutto questo porta ad un conseguente slancio della giovane compagnia che istituisce anche il suo titolo ufficiale denominato JPW Openweight che nei primi due anni di attività resta ben saldo alla vita di una delle punte di diamante della federazione, Dynamite Kansai. La Kansai non aveva però mai difeso la cintura contro Devil Masami, incrocio che era stato saggiamente evitato dalla compagnia per poterne trarre il miglior vantaggio possibile una volta che le due stelle si sarebbero incontrate faccia a faccia sullo stesso ring. Il ritorno alla ribalta per Masami però non poteva restare ancorato alla gimmick della decade precedente. Questa volta il Diavolo voleva apparire tale anche nel look e non solo nella spietatezza delle manovre sul quadrato. Ecco quindi che in JPW si assiste ad un restyling del personaggio di Masami che verrà annunciata come Super Heel Masami. La nuova versione di Masami veste di nero, ha un vistoso trucco sul viso e interpreta una personalità che tende al soprannaturale, quasi priva di emozioni e incurante del dolore delle manovre che subisce sul ring. Per certi versi ricorda una versione orientalizzata dell’Undertaker che tanto aveva fatto breccia nel pubblico occidentale e non solo. 

Il match per il titolo JPW contro Dynamite Kansai si svolge il 18 settembre del 1994 allo Yokohama Bunka Gymnasium. La trama del match è subito chiara: la Kansai prova ad arginare il Diavolo concentrandosi sulle manovre in ring, mentre Masami tende a spostare l’incontro fuori dal quadrato per sfruttare tutti i suoi trucchetti sleali per trarne vantaggio. L’età inizia a farsi sentire e di certo Masami non si esibisce in contese a cento all’ora come aveva abituato i fan nel corso degli anni ’80. Tuttavia, ha comunque conservato una discreta agilità che dosa saggiamente per tirare fuori dal cilindro manovre spettacolari anche se meno frequenti rispetto al passato. Infatti, chiude il match contro la Kansai con un legdrop dalla terza corda che le permette di portare a casa la nuova cintura, unita all’importante record di aver vinto le tre cinture principali delle tre federazioni per le quali ha lottato. 

Guarda un po’ chi si rivede

Intanto, a metà degli anni ’90 sorge una nuova realtà a stravolgere il panorama del Joshi. Si tratta della GAEA Japan, federazione fondata da Chigusa Nagayo che, sfruttando la sua popolarità, era riuscita a strappare un importante contratto televisivo. Gli ottimi rapporti tra Chigusa e la sua vecchia amica di spogliatoio Masami, portano anche alla collaborazione con la JPW, permettendo alla GAEA di mettere in scena match molto interessanti grazie all’incrocio dei talenti delle due federazioni. 

A partire dal 1997, i contatti di Chigusa erano sconfinati anche oltre oceano e la sua GAEA era riuscita a strappare importanti accordi di collaborazione con la World Championship Wrestling (WCW), portando le atlete della sua federazione a diventare il cuore pulsante della divisione femminile della promotion americana. Alle atlete giapponesi la WCW aveva addirittura dedicato un titolo esclusivo, il WCW Women’s Championship, la cui storia è però abbastanza triste in quanto finì ben presto per essere dimenticato dalla federazione a causa dello scarso interesse dimostrato dal pubblico americano, portando la compagnia statunitense a consegnare l’esclusività del titolo (e le sue sorti) alla GAEA. Pertanto, dopo che Akira Hokuto (prima storica campionessa a vincere la cintura) è costretta a rendere vacante il titolo per problemi fisici, la WCW decide di affidare la riassegnazione di quel titolo alla GAEA, liberandosi in questo modo di un titolo che non ha mai fatto breccia nel cuore dei suoi fan. 

La GAEA decide di attendere il recupero fisico della Hokuto per mandarla contro Devil Masami in vista della riassegnazione del titolo e mettere su un dream match che potesse attirare l’interesse dei fan. Ancora una volta però Akira si infortuna e ciò costringe la GAEA a sostituirla con la lottatrice Zero

Zero altro non è che la nuova gimmick di Chigusa Nagayo, costretta ad abbandonare la sua storica identità per averne perso il privilegio in un match contro la sua ex alleata ed amica Lioness Asuka. Ad ogni modo, lo starpower è lo stesso altissimo viste le atlete coinvolte e si organizza il match il 20 settembre del 1997 in occasione dell’evento Double Destiny. Purtroppo però l’incontro è soltanto la copia sbiadita del loro entusiasmante match di quindici anni prima. Gli anni iniziano a pesare sul fisico di entrambe le lottatrici che sembrano i fantasmi delle atlete esplosive che avevano incantato le arene del Giappone nei magici anni ’80. Ne viene fuori una contesa mediocre di scarsi dieci minuti, priva di storia ed emozioni che di certo non rende onore al glorioso passato di entrambe. Non proprio la cornice perfetta per incorniciare l’ennesimo record di Devil Masami che in quell’occasione vince il suo quinto titolo mondiale in cinque diverse federazioni, diventando l’unica lottatrice nella storia del Joshi ad aver raggiunto questo traguardo. 

Madama Devil

Il tempo scorre inesorabile ed il fisico di Devil Masami non è più quello dei gloriosi tempi che furono. Ecco perché la sua attività in ring va drasticamente calando all’inizio del nuovo millennio, concentrandosi per lo più nella formazione di nuovi talenti, salvo risparmiarsi per qualche apparizione di tanto in tanto per qualche dream match. Atlete come Carlos Amano, Azumi Hyuga e Ran Yu Yu sono tutte sue allieve. 

Nel 2005, il fenomeno del Joshi è purtroppo in caduta libera ed ha perso lo splendore dei mitici anni ‘80 e ‘90. Tuttavia, Masami è ormai diventata una leggenda vivente e la nuova promotion dell’ex wrestler Nobuhiko Takada, denominata HUSTLE, sta facendo parlare di sé nell’ormai sempre più desolato panorama del Joshi che era appena rimasto orfano della storica AJW che proprio nella primavera del 2005 aveva chiuso i battenti. Forte di una potenza economica importante che gli aveva permesso di portare al suo primo show in Giappone nomi del calibro di Scott Hall, Kevin Nash, Kia Stevens, Aja Kong e l’eterna Jaguar Yokota, la HUSTLE decide di ingaggiare anche Masami per dare ulteriore peso al suo roster ricco di nomi importanti. L’Universo della HUSTLE è però diametralmente opposto a quello tipico del panorama Joshi poiché, prendendo spunto dallo stile nordamericano, fa dell’intrattenimento il suo cavallo di battaglia a discapito della qualità del lottato che è invece sempre stato il pilastro portante del Joshi Puroresu. Basti pensare che lo stesso Takada interpreta un Signore del Male e a fargli da alleata c’è una versione soprannaturale della Yokota (Jaguar Y) che interpreta la gimmick di una mezza vampira dai poteri soprannaturali. In questo programma pittoresco viene inserita anche Masami alla quale viene data la nuova gimmick di Madama Devil, che prende chiaramente ispirazione alla Madama Butterfly di Puccini. In questa breve esperienza, Madama Devil si limita ad affiancare le compagne puntando sul suo enorme carisma, limitando quasi a zero le interazioni sul ring, salvo qualche bump preso di tanto in tanto. 

Anche il diavolo dice basta

Il 2008 è il tempo dei saluti. Dopo trent’anni di carriera, la lottatrice più longeva decide di ritirarsi e lo fa in grande stile. Viene infatti organizzato uno show di addio durante il quale Devil Masami sale per l’ultima volta sul ring concedendo il pinfall vittorioso alla ormai affermata Toshie Uematsu, la prima pupilla di Chigusa Nagayo in GAEA che vanta anche alcune apparizioni in WCW. Allo show prendono parte sia le vecchie glorie ed amiche di una vita di Masami come la stessa Nagayo, Dynamite Kansai, Dump Matsumoto, oltre a lottatrici come Aja Kong e Manami Toyota che nel 2008 sono ancora sulla cresta dell’onda e che hanno potuto solo intravedere la sua leggendaria figura, ma anche le ultime arrivate come Kana, Kyoko Kimura e Kaori Yoneyama che si stanno pian piano affermando nel panorama Joshi. 

Oggi Masami risiede nella sua amata Kitakyushu dove aveva lasciato il cuore e si gode la vita da casalinga dopo diversi anni trascorsi a lavorare come manager in un supermercato. 

Chi l’avrebbe mai detto che una lottatrice così spietata ed esplosiva sul ring nascondesse in realtà una personalità così pacifica. Del resto però la più grande beffa che il diavolo abbia mai fatto al mondo è stata quella di convincere tutti che non esiste. 

Con questa frase ad effetto termina il nostro consueto appuntamento con Joshi Sakè. Spero che l’articolo vi sia piaciuto e vi do appuntamento al prossimo sempre qui su Donne Tra Le Corde. Saluti dalla vostra Komorebi!

Articolo precedente della rubrica: Joshi Sakè: Ciao Himeka

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Donne Tra Le Corde non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alle compagnie di professional wrestling citate in questo articolo. Non detiene nessun diritto su i marchi, immagini e loghi riferiti alle lottatrici citate in questo articolo e da i credits a tutti i fotografi e grafici che hanno lavorato alle foto in questo articolo. L’articolo è stato scritto e curato da Aurora Petrucci, blogger di Donne Tra Le Corde. Editing e revisione di Rachele Gagliardi. 

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