“Chyna” il documentario: immensa come l’oceano

Purtroppo quando Chyna ha iniziato davvero a farsi un nome nel mondo del wrestling io ero piccolina e non ho potuto essere testimone della sua nascita e della sua crescita nel business, ma quando ho saputo di lei non c’è stato per me alcun dubbio che fosse una grande donna che ha cambiato la storia del wrestling. Per qualche strano motivo, che poi non è così strano conoscendo il genere umano, ho sempre di più conosciuto la parte negativa che ha caratterizzato la sua fama e l’ha portata poi ad essere quasi troppo debole per andare avanti e lottare per la propria vita.

Grazie a questo documentario di Vice Tv uscito il 17 giugno 2021 però ho potuto conoscere meglio la carriera e vita di Joan Marie Laurer e capire cosa davvero ha passato questa donna, che a mio parere ha risentito dell’abbandono di tutto quello che lei riteneva essere il suo mondo e la sua famiglia. 

Il documentario ci mostra delle immagini inedite degli ultimi mesi di vita di Chyna, in particolare sono immagini che dovevano essere utilizzate in un documentario dal nome “The Reconstruction of Chyna” dove la donna, che ormai abitava in Giappone da diversi anni, è tornata negli Stati Uniti per cercare di rimettere insieme i pezzi della propria vita. Purtroppo durante le riprese del documentario Chyna ci ha lasciati e così non è mai stato completato, ma hanno cercato di farlo in questo documentario, permettendo al mondo conoscere la sua storia.

In questo post voglio parlarvi delle cose affrontate nel documentario per portarvi alla scoperta di questa leggenda. Ovviamente vi consiglio vivamente di andare a vedere il documentario per avere un’esperienza completa. Alla fine della narrazione vi darò la mia opinione su questo documentario, facendo un po’ di considerazioni finali.

Gli inizi

Joan Marie Laurer, meglio conosciuta come Chyna, nasce a Rochester nello stato di New York, il 27 dicembre 1969 e già in gioventù è una bambina e ragazza molto diversa dalle altre a causa del suo aspetto fisico un po’ più mascolino rispetto all’idea che la società ha di un corpo femminile. 

La madre la definisce come una bambina molto incantevole, che però soffre della vita con il padre che è un alcolizzato e non ha un buon rapporto con la madre, isolandosi così dalla propria famiglia e cambiando completamente personalità e corpo in adolescenza. 

Inizia a sollevare i pesi all’età di 15 anni, quando va a vivere con il padre dopo la separazione dei suoi genitori, ispirata dal fratello e i suoi amici sentendosi sempre più sicura di se, anche se da subito desidera diventare una star del cinema, ma fa fatica comunque perché non ha un bel rapporto con la famiglia. Tutto cambia quando si trasferisce dalla sua migliore amica e conosce il suo ex fidanzato con la passione della palestra come lei e i due iniziano ad allenarsi insieme. 

Un giorno poi vede il wrestling in tv, anche se fino a quel momento non è mai stata una fan, e li decide di provare a diventare una wrestler  nel 1995 e conosce Killer Kowalski, famoso wrestler e allenatore, che le da la possibilità di lottare ogni giorno, facendola sentire bene perché con il corpo e sentendosi a casa sul ring.

L’arrivo in WWF

Un giorno Joan va dal suo fidanzato e gli dice di avere questa bellissima idea di lei nel ruolo di guardia del corpo per i wrestler e in particolare decide di avvicinarsi a Triple H, che conosceva perché della stessa città e finisce per incontrare sia lui e Shawn Michaels parlando loro dell’idea che ha avuto, ma quando questa idea viene presentata a Vince McMahon, l’uomo non crede sia buona perché vede questo business solo per gli uomini e in più non ama le donne grosse fisicamente, ma alla fine cede e Chyna viene proprio affiancata a Triple H, iniziando così il suo percorso in WWF nel 1997 e dando vita ad una delle stable più famose della storia del wrestling, la DX

Gli intergender match

Chyna è stata probabilmente la prima figura femminile nel mondo del wrestling riconosciuta pubblicamente come una donna che poteva combattere contro gli uomini, anche se ovviamente non è stata la prima nella storia, ma per quello bisognerebbe tornare indietro di parecchi anni. In WWF però, una volta intrapreso il percorso da sola senza la DX, ha iniziato a lottare contro gli uomini rendendo i match molto credibili, come dovrebbe essere quando si affronta un intergender match. Questo l’ha portata a partecipare alla Royal Rumble, che al tempo era solo riservata agli uomini e diventare due volte campionessa intercontinentale. In generale poi diventa una dei lottatori di punta della compagnia, anche al di fuori del ring.

La lotta contro il proprio corpo

In un industria che al tempo accettava solo donne con un certo tipo di fisico e che si tenevano in un certo modo, Chyna inizia a sentirsi poco sicura di sé, vede il proprio corpo troppo mascolino e per farsi accettare nel mondo del wrestling, pressata anche dalla compagnia di McMahon che cerca di farla diventare una Divas, Chyna inizia a mostrarsi come può sempre più femminile, ricorrendo forse anche a qualche intervento di chirurgia che però lei nega sia per aumentare la propria femminilità.

Chyna non si sente molto a proprio agio in questo ruolo, non capisce perché è passata dal lottare contro uomini con esperienza, a lottare contro donne che al tempo non erano per niente viste come delle lottatrici, ma solo come un oggetto del desiderio per gli uomini.

La relazione tormentata con Triple H

Agli inizi, quando i due fanno parte della DX, tra di loro, complice anche il fatto di lavorare insieme ogni giorno e viaggiare insieme, nasce una storia d’amore che sembra molto profonda e seria, ma purtroppo solo in apparenza. 

I due hanno anche una casa insieme, le loro carriere vanno alla grande, ma Triple H inizia ad incontrarsi spesso con i McMahon e ovviamente di conseguenza con Stephanie e i due, anche a seguito di una storyline che li vede coinvolti, iniziano a sentirsi e frequentarsi alle spalle di Chyna, che addirittura trova una lettera d’amore risalente ad un anno prima, da parte di Stephanie, sentendosi completamente distrutta, non sapendo come gestire la vita personale con quella lavorativa. 

La rottura definitiva con la WWE

Il duro colpo per la fine della sua relazione con Triple H si fa sentire e nonostante le sue zero pretese verso la WWE, mentre è seduta a mangiare in un ristorante, arriva un fax da parte della compagnia che le annuncia il licenziamento. Purtroppo le conseguenze più grandi arrivano successivamente, con la compagnia che per anni e anni praticamente la cancella dai propri libri della storia del wrestling.

Si ritrova poi a rimanere da sola, senza famiglia o amici e addirittura non può più usare il nome Chyna fuori dalla compagnia per copyright. Dopo la fine della sua carriera nel wrestling, cerca riparo nella carriera cinematografica, suo sogno da ragazzina, ma purtroppo con poco successo, prendendosi dei ruoli minori in film minori.

L’amore tossico con X-Pac 

Quando Chyna arriva ad un punto morto della sua vita e carriera, inizia a fare abuso di alcool ed è proprio qui che entra in gioco X-Pac, Sean Waltman, e i due iniziano una relazione piena d’amore, ma anche piena di problemi, perché infatti anche Sean ha delle dipendenze con la droga e i due si nascondono a vicenda i propri problemi di dipendenza, anche se poi in Giappone insieme faranno uso di sostanze.

Tornati negli Stati Uniti, Sean chiama la sua migliore amica che decide di portarla in riabilitazione quando Chyna si trova ad un punto di non ritorno con le proprie dipendenze, ma la donna si rifiuta insultandola e decidendo di chiudere per sempre il loro rapporto di amicizia.

In più la storia d’amore tra Joan e Sean inizia ad essere molto complicata e lei decide di lasciarlo e andare avanti. 

Sul ring in Giappone

Affascinata dalla bellezza del Giappone, Joan si trasferisce li, ricominciando a lottare con gli uomini, stupendo tutti con la sua forza potentissima, dimostrando sicuramente che anche le donne se vogliono sono delle toste avversarie sul ring. Il suo match più famoso è contro Masahiro Chono, che ha riconosciuto questo match come uno dei match più difficili che abbia mai affrontato.

La carriera dopo il wrestling

Nel 2005 partecipa nella stagione 4 di uno show dell’emittente VH1 chiamato “The Surreal Life”, dove un gruppo di star viene messo in una casa insieme per due settimane e qui inizia anche il suo rapporto con il manager Anthony che l’accompagnerà fino ai suoi ultimi giorni di vita. 

Purtroppo questa nuova vita da celebrità la porta sulla strada del porno, in un’industria che la tratta bene e le permette di fare soldi, rendendola però comunque miserabile.

La sua vita in Giappone

Dopo essere ricaduta di nuovo nella spirale dell’alcool, Chyna decide nel 2011 di trasferirsi in Giappone e si unisce ad una Chiesa dei Mormoni, facendosi battezzare per cancellare le cose brutte che ha fatto nel passato, diventando anche un’insegnante di inglese e rimettendo insieme i pezzi della propria vita. Qui contatta anche la madre dopo tantissimi anni che le due non si sentivano per raccontarle dov’è e cosa sta facendo.

Il problema della Hall Of Fame

Durante uno degli episodi del programma/podcast registrato dalla WWE insieme a Stone Cold Steve Austin, che è il presentatore, all’ospite del momento, Triple H, viene chiesto cosa ne pensa dell’inserimento di Chyna nella Hall Of Fame, e lui risponde che a livello di carriera dovrebbe esserci, ma che l’altra faccia della medaglia è caratterizzato da sua figlia che potrebbe vedere Chyna nella Hall Of Fame, andare a cercarla su Google e trovare cose del suo passato compromettenti per quanto riguarda la sua carriera, riferendosi ovviamente ai porno, con Vince Russo che giustamente la difende sottolineando che c’è gente nella HOF che nella propria vita ha fatto cose ben peggiori. Su queste affermazioni Chyna risponde che continuando a parlare di queste cose lei ha un problema perché le rovinano la vita e la carriera che ha iniziato a ricostruirsi. 

Gli ultimi giorni

Il documentario racconta la storia di Chyna nel passato, ma si alterna con alcuni filmati dei suoi ultimi giorni, quando è tornata negli Stati Uniti, per farci capire che lei è li per raccontarci la sua storia. Quando torna il suo manager Anthony, che pare sia quello a sfruttarla più di tutti, da subito la mette al lavoro portandola in giro, facendole incontrare i fans anche alle manifestazioni di wrestling, nonostante sia chiaro che lei non è pronta per affrontare tutto questo. Commovente è l’incontro con Mick Foley, i due infatti sono sempre stati ottimi amici e lui l’ha sempre supportata.

Ad un certo punto, durante la sua ultima intervista, dice che nonostante tutto il wrestling ha significato molto per la sua vita, lo ha amato perché l’ha resa Chyna, che lei in collaborazione con il mondo del wrestling ha creato Chyna e che non ci sarà mai un’altra Chyna nella storia. 

Ci viene anche raccontato che il direttore del documentario ha problemi con la dipendenza da droghe e pillole come Chyna, che in questo momento della sua vita deve prendere degli anti depressivi e pillole per dormire e i due legano su questa cosa, rischiando molto.

Nel 2015, durante le riprese del documentario, la vediamo felice a Los Angeles, in particolare in spiaggia, mentre con i piedi e le mani sente la sabbia e l’acqua dell’oceano e per la prima volta il suo sorriso sembra davvero genuino, nonostante i problemi non siano per niente distanti. 

Il suo manager la costringe a fare cose che non vuole fare, compreso andare a visitare la tomba del padre a Miami o incontrarsi con la madre. La vediamo piangere sulla tomba del padre davvero molto triste. 

Sempre durante le riprese del documentario, Chyna e il manager sono entrati al quartier generale della WWE per parlare con Vince e cercare di convincerlo ad inserire Chyna nella Hall Of Fame, ma nessuno in quel momento è disponibile.

Nel 2016 a Redondo Beach la donna sembra molto felice, più sollevata, ma la realtà dei fatti è che non è assolutamente così, perché avverte molto la pressione di questo documentario e di dover fare delle cose che non le va di fare, spinta sempre da Anthony, ma ci tiene comunque a mostrarci la propria storia. Li vediamo anche parlare con il dottore di Chyna per quanto riguarda le medicine che la donna prende.

Anthony parla anche al telefono con la madre di Chyna e la invita ad apparire nel documentario girando l’incontro tra lei e la figlia per la prima volta dopo tanti anni dalla loro separazione. All’inizio la donna rifiuta perché vuole incontrare la figlia, ma non apparire sullo schermo, ma poi accetta. Il giorno prima dell’incontro però Chyna scrive una mail alla madre con alcune parole forti e quindi la donna si rifiuta di incontrarla e quando Anthony lo comunica a Chyna, lei cade di nuovo in depressione.

Nella sua ultima intervista Chyna appare veramente stanca e distrutta emotivamente e lo dice anche chiaramente che sta passando un periodo difficile, non dorme, non mangia e ha bisogno di aiuto, ma il direttore che le pone le domande e si occupa del documentario dice che rivedendo l’intervista sente dalla sua voce che lui stesso non era in se a causa delle droghe e quindi non ha colto questa richiesta di aiuto incolpandosi anche un po’ della sua morte. Poi le viene chiesto cosa farebbe se potesse tornare indietro nel tempo e lei dice che non farebbe quello che ha fatto, non diventerebbe mai una wrestler e si dedicherebbe a fare magari la musicista o la ballerina.

Il produttore del documentario, Row Potylo, è l’unico che davvero ragiona e tiene a Chyna, vuole aiutarla a stare meglio e vuole restarle accanto, mentre gli altri che la circondano sembrano fregarsene. 

La morte 

Purtroppo il 20 aprile 2016, il manager Anthony, dopo giorni di silenzio e chiamate andate a vuoto, decide di andare nell’appartamento dove si trova Chyna a Redondo Beach e la trova sdraiata a letto priva di vita a seguito di un mix letale di pillole e alcool trovati nel suo corpo durante l’autopsia. Le sue ceneri vengono versate nell’Oceano Pacifico.

E improvvisamente quell’oceano è diventato ancora più immenso. 

Considerazioni finali

Mi sono davvero molto emozionata guardando questo documentario, sia per quanto riguarda la parte delle immagini dal passato che ripercorrono la sua storia, sia quelle delle sue ultime settimane di vita. Non vi nego che in alcuni punti ho chinato la testa perché guardando certe cose mi sembrava di mancarle di rispetto e non volevo, perché sentivo come se tutte le persone che lei amava l’avessero fatta sentire uno schifo e le avessero rovinato la vita, voltandole le spalle. 

Le rare volte che l’ho vista sorridere sullo schermo mi si è scaldato totalmente il cuore, perché nei suoi occhi ho letto una persona semplice e innocente che desiderava solo vivere il proprio sogno con il sostegno della famiglia e degli amici e voleva anche una persona innamorata e genuina al proprio fianco.

Per quanto riguarda la sua carriera nel wrestling io non posso fare altro che ringraziarla, perché ha abbattuto tantissime barriere in un periodo che non era facile da gestire per una donna nel business del wrestling. Ha spianato la strada alle generazioni future di wrestler donne che hanno avuto la possibilità di lavorare in un ambiente diverso a testa alta. Forse non sarà stata il volto della compagnia per vari motivi, uno di questi è sicuramente l’aver fatto parte di un roster ricco di superstar uomini che venivano messi su un piedistallo guidati da un ambiente maschilista, ma anche perché ha vissuto in un periodo in cui i media erano totalmente diversi, ma non si può negare che Chyna sia una leggenda e soprattutto che meriti il suo posto nella Hall Of Fame. 

Per non menzionare il fatto che il suo essere diversa dagli standard della società a livello fisico, ha ispirato tantissime donne che sono arrivate dopo di lei, ad esempio Beth Phoenix, Rhea Ripley, Charlotte Flair, Jade Cargill e così via, donne che purtroppo ancora oggi vengono insultate perché troppo muscolose. Io personalmente ho sempre desiderato essere muscolosa e ora che sono due anni che sto lavorando sul mio corpo mi sento bellissima, molto più di prima e vedere donne sicure di se per i propri muscoli come quelle citate qui sopra, mi da una carica pazzesca e mi fa capire che non sono io quella sbagliata, ma la società che giudica la mia felicità per standard che noi umani abbiamo creato e non vogliamo rivalutare, quando sarebbe semplice farlo. Chyna era bellissima così com’era, oggettivamente e poi perché la felicità di avere quel tipo di fisico la rendeva ancora più bella.

In conclusione il mio pensiero è il seguente: le immagini viste nel documentario sono la prova che sicuramente quella che doveva essere la sua ricostruzione, è in realtà stata la sua distruzione, ma per fortuna ci sono persone che la vedranno sempre come una donna forte.

Una frase di Maya Angelou dice: “Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne” e questo è esattamente quello che ha fatto Chyna, una donna immensa come l’oceano.

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